Alfredo Imparato
avvocato
La via internazionale
A partire dall'anno 2000, lo studio ha introdotto diversi procedimenti dinanzi la Corte europea dei Diritti dell'Uomo.
Un determinata condotta (di un privato o della pubblica amministrazione) può essere allo stesso tempo conforme alle leggi nazionali e lesiva di un diritto fondamentale protetto dalla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo.
Quando questo accade, c'è (forse) la possibilità di ricorrere alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo.
Lo studio ha denunciato dinanzi la Corte di Strasburgo violazioni del diritto internazionale derivanti:
- dall'inquinamento causato da una discarica situata a ridosso del centro abitato (caso Locascia c. Italia, sentenza del 19 ottobre 2023);
- dall'attuazione di procedure espropriative (legittime o illegittime) comunque conclusesi con la liquidazione di indennizzi e/o risarcimenti non corrispondenti al valore di mercato dei beni oggetto di esproprio (caso Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Capua c. Italia, sentenza 17 novembre 2005, più altri casi pubblicati su www.echr.coe.int).
- dalla lesione del diritto di credito di cittadini e imprese provocata da procedure di dissesto finanziario deliberate dagli Enti Locali ai sensi degli artt. 244 e ss. del D. Lgs. 267/00;
- dal mancato (o tardivo) rispetto di sentenze interne definitive;
- dalla mancata attuazione, da parte dello Stato, di misure idonee a proteggere le vittime di diffamazione a mezzo stampa (caso Petrella c./Italia, sentenza 18 marzo 2021, confermata dalla Grande Camera in data 6 settembre 2021);
- dal mancato riconoscimento, in ambito nazionale, di un risarcimento del danno non patrimoniale provocato da una condotta gravemente omissiva di una amministrazione dello Stato.
In molti casi, lo studio ha ottenuto dalla Corte di Strasburgo (o in seguito ad accordi con il Governo italiano) una riparazione pecuniaria del danno subito dalle vittime (cittadini e imprese) di violazioni del diritto internazionale.